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NUCLEARE: I DUBBI DI DUE VESCOVI, PERICOLI EVIDENTI. SERVE RIFLETTERE


(ASCA) - Roma, 21 mar - Dopo la crisi della centrale di Fukushima, in Giappone, il dibattito sul ritorno italiano al nucleare si accende anche nella Chiesa italiana. Due vescovi, interpellati dall'agenzia Adista, non nascondono i loro dubbi. Per mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e membro della Commissione Cei per le Migrazioni, su un tema che tocca ''direttamente la vita della gente bisogna riflettere senza lasciarsi prender la mano dalle reazioni emotive, soprattutto senza creare allarmismi o panico''. ''La scelta piu' corretta in merito all'opzione nucleare - per l'ex-sottosegretario della Cei - e', allora, quella di discutere della questione alla luce del sole, senza allarmismi ingiustificati e senza pregiudiziali di alcun genere'' e soprattutto tenendo fermi alcuni punti inderogabili: ''il problema energetico va affrontato senza pigrizie e senza concedere favori a nessuno; ogni scelta strategica deve rispettare le aspettative e le necessita' di tutti i popoli, soprattutto di quelli ancora in via di sviluppo; le soluzioni adottate devono rispettare l'ambiente perche' trasformare il mondo in una pattumiera significa porre le premesse per distruggere, con la Terra, l'uomo stesso''.
Per mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e presidente di Pax Christi Italia, ''al di la' del dibattito possibile sulla competitivita' economica che il nucleare civile assicura, e' evidente a tutti quanto sia difficile ancora oggi il controllo di questa fonte di energia''. Dunque, spiega il presule, ''e' opportuno affermare che la scelta del nucleare non e' sullo stesso piano della scelta di promuovere fonti energetiche alternative''. Allargando il discorso, mons. Giudici ricorda che ''vi e' una corsa ad accaparrare beni essenziali come l'acqua e ci avviciniamo al referendum a proposito della privatizzazione degli acquedotti. Questi beni, acqua, terra, aria, sono di tutti o di chi se li puo' assicurare con il denaro o con la forza?... L'attenzione dei credenti al rispetto della vita in tutto il suo dispiegarsi e la capacita' di organizzarsi per denunciare le situazioni in cui essa viene calpestata ci offrono un ulteriore spunto di riflessione''.