2000 - 2013

TREDICI ANNI DI IMPEGNO PER LA CITTA'











Interessante dibattito a Vercelli attorno alla presentazione del nuovo libro di Franco Mangialardi.

I cattolici possono ancora svolgere un ruolo nella società italiana anche in una fase caratterizzata da una forte frammentazione della loro rappresentanza politica? E questa “diaspora” va accettata come un dogma o si possono costruire nuovi itinerari unitari? A queste domande si è tentato di dare una risposta venerdì sera nel corso di un interessante dibattito svoltosi nella saletta del bar Golden 67 a Vercelli. L’occasione è stata la presentazione dell’ultimo libro di Franco Magialardi “Cattolici per l’Italia. Unità, presenza, progettualità”. Con l’autore si sono confrontati il parlamentare Luigi Bobba, l’ex vice presidente della Regione Liguria Massimiliano Costa e il direttore del Corriere eusebiano Luca Sogno. A introdurre la serata Paolo Bena in rappresentanza di Alleanza per Vercelli, mentre il dibattito è stato coordinato dal consigliere comunale Adriana Breddo.
E’ stato lo stesso Mangialardi ad aprire la discussione spiegando l’impianto e le motivazioni del suo ultimo sforzo letterario: «Attraverso miei pensieri e contributi di amici e protagonisti della vita pubblica italiana ho cercato di ricostruire, come in un diario, l’evoluzione del rapporto tra cattolici e politica dagli anni 60 ad oggi. Dopo la fine della Democrazia cristiana molti sono stati i tentativi di costruire soggetti in grado di diventare luoghi di elaborazione unitari e coerenti per i cattolici. Devo dire che questo libro è anche la storia di una serie di fallimenti sotto questo profilo. Ma l’esigenza di fondo di avere luoghi di questa natura resta e la domanda se essi siano realizzabili rimane».
E su questo quesito si sono confrontati gli interlocutori di Mangialardi. Bobba ha proposto un’analisi sociologica dell’approccio odierno dei cattolici con la politica alla luce anche di rilevazioni statistiche: «I dati di un ricerca recente indicano come i cattolici da un lato non sentano la nostalgia della Democrazia cristiana, ma dall’altra non si sentano del tutto a “casa propria” negli attuali schieramenti. Dunque la domanda di Mangialardi è legittima e la risposta può venire anche dalla capacità di interpellare il vasto panorama delle associazioni e delle organizzazioni di matrice cristiana che operano in Italia».
Costa nel suo intervento ha sottolineato come, negli anni del collateralismo del mondo cattolico nei confronti della Dc, i politici cattolici si sentissero “inviati” sulla scena pubblica e dunque «sentivano di avere dietro di sé tutto un mondo di relazioni, la gerarchia ecclesiale, le organizzazioni di provenienza. Chi, come me, è arrivato alla politica alla metà degli anni 90 si è sentito solo e ha continuato a vivere questa solitudine».
Infine Sogno ha individuato il «peccato originale» dei cattolici rispetto all’attuale quadro politico nell’aver «troppo facilmente e superficialmente accettato come inevitabile e ineluttabile la deriva bipolare del sistema politico italiano. La dispersione della presenza dei cattolici nei due schieramenti imperfetti creatisi in Italia è all’origine della difficoltà dei cattolici di far sentire la propria voce. Una riflessione a tal riguardo va avviata proprio ora che i poli politici paiono in una fase di ricomposizione».
Dal "CORRIERE EUSEBIANO"
Vercelli, 11 febbraio 2012

CATTOLICI PER L'ITALIA






Casa Bonus Pastor , abituale sede delle riunioni della Flaei Cisl (sindacato degli elettrici), ha ospitato il 31 gennaio 2012 il convegno di presentazione del libro di Franco Mangialardi : CATTOLICI PER L’ITALIA.
Il tema del convegno rappresenta anche una efficace sintesi delle tesi di Mangialardi.
In questa fase di crisi e di perdita di tensione etica e sociale, i cattolici devono spendere il loro impegno per un paese che abbia come riferimento i valori della partecipazione, della solidarietà, della crescita, della modernizzazione e per un’alleanza europea forte. Visto il nuovo protagonismo dei cattolici nella riflessione politica, a partire da Todi, oggi diventa ipotizzabile un movimento cattolico unitario, capace di esprimere una propria linea culturale e politica per il bene comune e alla costante difesa dei valori espressi dalla Carta costituzionale e dal Magistero sociale della Chiesa. Un movimento non un partito, per mobilitare sensibilità ed esperienze per far emergere una visione-progettazione d’insieme.
Franco Mangialardi presentando il suo diario confessa di sentirsi fortunato per aver lavorato con i protagonisti del cattolicesimo italiano e,tuttavia, rammaricato per non esser riuscito a realizzare i suoi progetti:” la mia testimonianza è una sequela di sconfitte”. Ricorda il suo percorso di lavoro e formativo, a partire dalla fondamentale esperienza vissuta in Germania nel Comitato di collegamento dei cattolici, alla fondazione del Cesipi di Bologna, al trasferimento dello stesso Cesipi a Milano, con lo scopo, rispettivamente, di aiutare i lavoratori italiani, costruire un movimento cattolico al servizio del paese e mai clericale, lanciare insieme alla CISL l’idea della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. A chiusura dell’intervento, Mangialardi ricorda che l’incontro non vuole celebrare il libro o la persona ma le idee e le ragioni dei cattolici e il progetto per un’Italia migliore.
A commentare il libro vi sono stati quattro Relatori i cui interventi si riportano in estrema sintesi.
Monsignore Adriano Vincenzi - Consulente Ecclesiastico Nazionale ACAI
Il libro è la traduzione delle relazioni vissute, uno spaccato sociale e politico degli ultimi 45 anni. Non c’è una tesi da avvalorare ma è la testimonianza di un percorso. Nel racconto non c’è la resa, né la sconfitta ( Franco è troppo severo con se stesso) ma emerge in tutta la sua evidenza che le difficoltà sono accompagnate sempre dalla fede e dalla preghiera. Ed è anomalo che l’autore si rifugi nella preghiera per restare nell’agone politico. Il libro non descrive un luogo chiuso ma, anzi, è il terreno aperto del confronto per ricercare nuovi percorsi.
Dott.ssa Maria Romana De Gasperi – Presidente Onoraria del Comitato per uns Civiltà dell’Amore
Ricorda l’impegno profuso da suo padre per la ricostruzione dell’Italia e la pace tra le nazioni nonché per la realizzazione del grande sogno dell’unione politica dell’Europa (insieme ad Adenauer e Shuman). Un sogno che coltivò con passione ed amore, sentimenti che oggi mancano nei protagonisti della politica. I giovani che vogliono avvicinarsi alla politica , non hanno riferimenti alti non hanno educatori. Le iniziative in essere sono insufficienti, come testimonia Mangialardi, mentre i cattolici (meglio dire i cristiani) si sono dispersi. I cristiani devono lavorare insieme con l’obiettivo di realizzare il sogno di De Gasperi, l’Unione Politica dell’Europa, l’unione dei popoli. Andremo incontro alla distruzione se non sapremo stare insieme. Questo è il compito che i cristiani devono darsi.
Dott. Carlo De Masi – Segretario generale Flaei Cisl
Premesso che la presenza della Flaei Cisl al convegno è motivata dalla comune ispirazione del proprio agito alla Dottrina sociale della Chiesa cattolica, De Masi si chiede che cosa fare per rifondare la classe dirigente. Occorre partire da un progetto strutturato di un movimento che guardi all’Europa. Mangialardi testimonia di aver provato in varie occasioni, muovendo da un progetto, a mettere insieme personalità rappresentative del mondo cattolico che, nell’imminenza della sfida elettorale hanno abbandonato il movimento per uno scranno al parlamento offerto loro dal politico di turno( vedi l’esperienza della Rosa Bianca e le candidature nell’UDC di Tabacci e Baccini-che provenivano dall’UDC e che successivamente hanno di nuovo abbandonato l’UDC- e Pezzotta ex segretario Cisl; e l’esperienza di Incipit mai decollata con Monticone, Astori, Zabotti).
L’involuzione della classe politica e il suo decadimento ha consentito la nascita di un governo definito tecnico , che in realtà è politico e che, già dal suo insediamento ha operato una precisa scelta politica, nelle relazioni con il sindacato, abbadonando la concertazione.
La precipitosa decadenza della politica deve spingere i cattolici a organizzarsi per dare un contributo nuovo, personale e collettivo, tenendo presente il monito della sig.ra De Gasperi : non vi è Italia senza Europa e viceversa. L’unità dei cattolici è un luogo dell’anima, scrive Bonanni nella prefazione al libro, ma essere cattolici significa testimoniare solidarietà, amore per il prossimo e lavorare insieme per realizzare “il progetto” , facendo tesoro degli insegnamenti della storia, senza protagonismi personali.
S. Ecc. Mons. Gastone Simoni – Vescovo di Prato
“CATTOLICI PER L’ITALIA” nasce dall’esperienza, una grande esperienza poco nota in Italia.Per questo siamo grati a Franco. Tanti anni per sperimentare forme di unità dei cattolici. Una unità non liquidabile a priori. Franco si è battuto per questo scopo, accumulando sconfitte (dice), che valuto non inutili. Alcune iniziative, come Carta d’Intesa, seppur di grande rilievo hanno sofferto di solitudine, ed hanno avuto scarsa incidenza sulla scena politica italiana. Serve, invece, un grande coro cattolico. Aveva ragione Franco a coltivare la speranza di tempi nuovi per il cattolicesimo democratico, ma incontrava diffidenze diffuse. Ora siamo ad un punto di svolta per il movimento cattolico per l’opera insistente di tanti come Franco nella base cattolica. La crisi del bipolarismo apre la mente a nuovi pensieri nella prospettiva delle elezioni del 2013. Il movimento c’è e cammina. Non è possibile tornare indietro. Condivido la visione europea e mondiale della De Gasperi, e reputo che non bisogna affannarsi nella immediata traduzione politica di questo movimento. Né in qualunque modo , né in gruppi troppo chiusi o esclusivi.
Dovremo lavorare per rafforzare il movimento cattolico pre-partitico fatto di tante realtà territoriali, pensando all’unità. Si cresce se l’unità è nell’anima non in un unico partito politico.
In questa prospettiva, il ruolo dei pastori è fondamentale, frutto della coniugazione di ragione e fede. Serve una visione integrale senza esser integralisti. Non basta battersi per i valori non negoziabili, dire no all’aborto se si dimentica di dire con altrettanta forza no alla guerra e alle ingiustizie sociali.
Stefano MAIURANO
Roma, 4 febbraio 2012