2000 - 2013

TREDICI ANNI DI IMPEGNO PER LA CITTA'








LA VECCHIA CALDAIA



Anna e Giacomo erano felici il giorno in cui avevano affittato il loro alloggio in quell’alta casa posta in periferia. Giacomo era un operaio ed Anna lavorava in un asilo comunale, avevano due stipendi dignitosi, ma con i figli i soldi non bastavano mai. L’alloggio era all’ultimo piano, sembrava ai loro occhi un piccolo attico che guardava la bellissima campagna che circondava la città. Un bel posto dove far crescere i due figli. Certo l’affitto non era proprio a buon mercato, ma alcuni sacrifici si fanno volentieri per i figli: Francesca ed Andrea. Molte erano le aspettative che, come tutti i genitori, riponevano su di loro ed erano felici di quei sacrifici.
Lo stabile era bello, né troppo grande né piccolo, proprio come la città in cui vivevano. Città che entrambi amavano poiché aveva, secondo loro, le giuste dimensioni dove quasi tutti si conoscono ed era tranquilla, forse troppo in certi casi. L’alloggio era proporzionato alle loro esigenze, c’era però la questione della vecchia caldaia da cambiare, ma i proprietari avevano assicurato che presto si sarebbe risolto il problema. Infatti se l’ultimo piano offriva una vista bellissima, purtroppo poneva il loro alloggio vicino a quel camino da dove uscivano i fumi di quella vecchia caldaia che bruciava di tutto ed era entrata in funzione nel lontano 1967.Gli inverni passavano lenti, i loro figli crescevano ed il fumo usciva sempre da quel camino, ma tutto a norma di legge, secondo quanto ripeteva costantemente l’amministratore in tutte le assemblee del condomino.
Andrea aveva già iniziato le superiori e continuava a giocare nella squadra del quartiere che teneva gli allenamenti nel campetto vicino a casa. Questo rendeva tranquilli Anna e Giacomo, con quello che sentivano accadere ai giovani d’oggi. Ma anche tutti i ragazzi della squadra, quando il vento soffiava verso il campo di calcio, si lamentavano del fumo della vecchia caldaia. Francesca, la piccola di casa aveva, iniziato a tirare di scherma, uno sport costoso diceva Giacomo, sport che la piccola aveva scelto per seguire una sua amica, ma s’impegnava e regalava ai genitori delle soddisfazioni vincendo diverse gare. Anna aveva però il doppio da fare quando doveva lavare e stendere la bianca divisa sempre a causa dei fumi della vecchia caldaia.
Anna e Giacomo però erano rassicurati dal fatto che la caldaia si sarebbe dovuta sostituire entro il 31 dicembre 2002, la data finalmente si stava avvicinando e quindi la situazione sarebbe sicuramente migliorata.
Negli anni, durante le tante assemblee condominiali, se ne era parlato tantissimo di cosa fare della caldaia e vi erano state accese discussioni.
Alcuni volevano costruire una nuova caldaia più piccola e potente, che avrebbe riscaldato anche i palazzi vicini, in tal modo i proprietari avrebbero guadagnato e forse agli affittuari avrebbero diminuito le spese condominiali, che intanto aumentavano.
Altri volevano invece puntare decisamente su fonti alternative, rivestendo il palazzo di pannelli fotovoltaici, cosi da avere luce e calore per tutto l’immobile ed intanto il camino sbuffava.
Altri ancora volevano cambiare tutti gli infissi, coibentare tutta la casa e fare un buco nel terreno per sfruttare l’energia geotermica, per climatizzare la casa in estate e riscaldarla in inverno. Addirittura affermavano che con l’energia geotermica si sarebbe potuto aprire una pista di fondo che sarebbe passata sotto la casa e la casa avrebbe così acquistato valore. Che fortuna pensavano scherzando Anna e Giacomo, pagando un solo affitto si sarebbero potuti avere anche i vantaggi di una casa in montagna.
Ma le assemblee condominiali passavano ed i proprietari dello stabile non prendevano mai delle decisioni. Però, in tutto questo tempo, il camino continuava a fumare proprio lì vicino all’appartamento.
Inoltre Francesca ed Andrea avevano avuto negli anni un pò di tosse in più dei loro amici, ma nessuno poteva dire se fosse stato a causa del fumo del camino della vecchia caldaia.
Ormai erano giunti a pochi mesi dalla mitica scadenza del 31 dicembre quando Giacomo ritornando a casa dall’ultima assemblea condominiale proferì per la prima volta quella parola sentita tante volte ai telegiornali…EMERGENZA!
Sì! Si era in emergenza poiché dopo tante parole mancava il tempo per costruire una nuova caldaia ed anche per ricorrere a fonti alternative. Ormai era tardi per agire si correva il rischio di passare l’inverno senza riscaldamento, un inverno al freddo….un’emergenza insomma!. Quindi l’amministratore aveva annunciato che ci si doveva tenere la vecchia caldaia, affermando che era a norma. I proprietari si dichiaravano dispiaciuti, ma a Giacomo non era sfuggito che senza spendere una lira in migliorie, qualunque esse fossero, i proprietari continuavano a percepire gli affitti di tutto il caseggiato. Intanto Anna e Giacomo, che abitavano vicino al camino avrebbero continuato a respirare con i loro figli i fumi della vecchia caldaia.
Victor
P.S. Ogni riferimento a fatti, persone e luoghi è da ritenersi puramente casuale.

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